venerdì 18 aprile 2008

Il palo

E' proprio vero che ricordarsi le cose nel momento giusto è utile.

Quando facevo il cameriere, ma cameriere da battaglia, ho lavorato con una bella squadra di matti, drogati, furbi, furbastri e veri e propri ladri. Tra questi c’era anche un certo Luca. Un pazzo, che di sano aveva pochissimo (forse il piercing al sopracciglio sinistro), il tipico ragazzo furbo che come primo lavoro aveva il malaffare; quando ancora non lo conoscevo bene (cioè prima di litigarci) ricordo di aver parlato con lui dei suoi viaggi.

E mi ricordo che mi aveva raccontato di aver vissuto nel a New York nel Bronx, ad Amsterdam nei quartieri più malavitosi, di avere girato tutta l’ India e mi ricordo che mi raccontava che girava solo, e non gli era mai successo niente.

Al che gli feci la domanda più ovvia del mondo...”ma scusami, non avevi paura?”

E lui freddo, secco e serio mi disse: "paura di cosa?" continuò "certo che ce l’avevo, ma ricordati che come tu hai paura gli altri ce l'hanno nei tuoi confronti, se tu hai paura che gli altri ti possano fare del male, gli altri per quanto duri e spavaldi possano sembrare, hanno la stessa paura nei tuoi confronti. Perche non ti conoscono, sta a te essere impassibile e a non fare filtrare niente fuori, se hai debolezze gli altri prendono magari forza per dirti qualcosa. Se tu sei chiuso, ermetico (adesso ermetico non credo l’abbia detto…), modesto e sembrare anche un pizzico fuori di testa non fa male, vedrai che è difficile che ti diano da dire." e concluse "poi male che vada, se devi arrivare alle mani, hai sempre di che giocartela".

Devo dire che quelle parole mi sono rimaste impresse a fuoco, e spessissimo da quel lontano 2000 mi sono tornate in mente, specialmente durante i miei viaggi (generalmente fatti in solitaria).

Anche 5 minuti fa (da lì l’idea del post), davanti all'uscio di casa mi è successo qualcosa di simile a quello che mi diceva Luca. Dicevo ore 2 di notte, di fronte alla porta di casa c'era un palo, un nero rappettaro, grosso. Ostruiva la porta, un classico qui dove vivo io (tra Harlem e Bronx), lo vedo da lontano…..ma non lo cago continuando a camminare spedito fino a che non tiro fuori le chiavi e gli arrivo ad un metro, faccia a faccia, lui era proprio il classico tipo che si vede nei videoclip di fifty cent....una ventina danni bandane e cappellino in testa, pantaloni e maglie a strascico.

Lo guardo, capisco che è sereno, diciamo ancora un po’ troppo ragazzino per fare l'adulto e faccia a faccia gli faccio un sorriso, tranquillo, e lo saluto come saluto il mio vicino di casa in Italia.

Ho visto nel suo viso scioglersi un sorriso, ma bello sincero, come quei bambini che ridono contenti quando vedono un' amico. Gli si era evidentemente sciolta la tensione, che anche lui aveva!

Lo saluto e passo oltre.

E appena passato oltre penso per l’ennesima volta...cazzo quel matto di un Luca aveva ragione....alla fine sei sempre uno contro uno...non ce n'è.

Chissà se quel matto di Luca ha smesso di giocare con le spade come i cavalieri della tavola rotonda, oppure se è già dall’altra parte alla corte di re Artu!

Noboby knows…

1 commento:

savo ha detto...

lory come dire nella vita tutto torna prima o poi!!!!....
beccati questi 2 filmati per chi acchiappa l'aereo da solo può aiutare eheheheh!!!!
http://www.youtube.com/watch?v=yzaVU036uO4&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=6GsO6izx94E